martedì 25 marzo 2008

SINISTRA ARCOBALENO: UNA PROPOSTA NUOVA NEI CONTENUTI E NEI METODI

di Renato Cardazzo

Le polemiche tra ceti politici residuali rimangono inevitabili. Sono il segno della stanchezza con la quale anche la storia politica della sinistra deve fare i conti.
C’è chi pensa alla Sinistra Arcobaleno come alla mera somma elettorale di apparati, di personalità in carriera, una sorta di autobus per arrivare con meno danni possibili all’indomani del voto.
Ecco allora da una parte crescere un atteggiamento parassitario, teso a lucrare su un progetto in cui non si crede, dall’altro si moltiplicano polemichette tra ceto politico in un teatrino segnato dalla grottesca parodia della cultura dell’ egemonia, da imporre l’un sull’altro.
La campagna elettorale e la legge con cui voteremo hanno alimentato questa idea vecchia di politica: candidati storditi e spaesati inviati in questa o quella regione, monopolio centralistico delle decisioni, attenzione per i territori e le esperienze in atto pari allo zero.
Tutto questo e molto di più, trova grande eco nei mezzi d’informazione. Gli stessi che continuano ad ignorare le proposte, i contenuti, le esperienze positive che l’idea di una sinistra nuova, unita e plurale hanno già iniziato a produrre.
Un mese fa eravamo nelle piazze di piccole e grandi cittadine del Veneto con 250 banchetti per avviare la campagna di raccolta di adesioni popolari all’Associazione veneta per la Sinistra l’Arcobaleno. In due giorni abbiamo raccolto migliaia di adesioni. Nella sola provincia veneziana oltre 900 donne e uomini, senza nessuna tessera di partito in tasca, si sono iscritte dando fiducia ad una proposta nuova, che offra luoghi aperti di confronto dove poter esprimere il proprio consenso, poter portare – ciascuno a modo proprio – un contributo attivo, ma anche dove poter decidere assieme.
Questo progetto dell’Associazione nasce prima della crisi di governo e dell’indizione di elezioni anticipate e ha l’ambizione di guardare oltre il 13 aprile.
Per quanto ci riguarda questo progetto non nasce dal nulla, sta invece dentro un percorso di molte compagne e compagni del PRC e della Sinistra Europea, che negli ultimi anni hanno con tenacia operato in questa direzione.
L’idea centrale è il bisogno di “rifondare” la sinistra, ricostruendo la sua comunità politica e sociale, rivitalizzando i grandi valori condivisi di giustizia, libertà, uguaglianza, ma traducendoli in obiettivi praticabili nel territorio, dentro la critica al modello di sviluppo capitalista.
Non una riproposizione arcaica di localismo egoista, bensì il ricercare una ricomposizione di un blocco storico del cambiamento, partendo dai luoghi dove la globalizzazione ha travolto le persone, disperso il senso civico di comunità, assunto l’alienazione del lavoro come comandamento, devastato ambiente, rapinato le risorse non rinnovabili.
Noi lavoriamo per un progetto politico che parli dei problemi reali, ma anche che parli di futuro. Il nostro obiettivo è lavorare una nuova forza politica capace di non essere terminale spento di un qualche centro nazionale a cui delegare “la linea politica”, bensì che operi assumendo la parzialità come valore, operando come massa solidale dentro principi condivisi ma con sperimentazioni plurali, valorizzando le esperienze, il saper fare, l’agire a rete. Insomma una forma partito “larga”, che impari dalle pratiche largamente diffuse nei settori di impegno sociale.
Una forza capace ad esempio di indicare la salvaguardia dell’ambiente come priorità politica e programmnatica, ma nello stesso tempo capace di organizzare, collaborare, partecipare alle associazioni, gruppi, comitati che praticano concretamente la cura del territorio, il recupero dell’ambiente, l’uso diverso e compatibile delle risorse naturali.
Una Sinistra capace di rovesciare le giuste battaglie per il salario, per l’occupazione, la sicurezza sui luoghi di lavoro, in un progetto che si scontri con il modo capitalistico di produzione e non si limiti solo a sacrosante battaglie sindacali.
Solo dentro un quadro complesso ma molto concreto, anche le iniziative di resistenza umana contro il Mose a Venezia, la colata di cemento di strade e autostrade in terraferma, contro il razzismo, contro la precarietà della vita e del lavoro, possono contribuire ad aprire la via ad un progetto di alternativa.
Pazienza se qualcuno ha la passione delle torte in faccia; pazienza se qualcuno a Roma ha confuso le liste con il solito cruciverba e ha riempito come fosse un Prefetto le caselline vuote; pazienza se qualcuno ci spiega che la sinistra nuova che piace a Massimo Cacciari è quella del fare,: radicale sul piano sociale e consociativa in materia di gestione della cosa pubblica.
C’è una moltitudine di compagne e compagni che di queste pantomime non sa che farsene e guarda già dall’oggi alla sinistra del futuro.

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