giovedì 3 aprile 2008

Il prezzo del velo

A proposito del velo islamico…. Presentazione del libro
“Il prezzo del velo. La guerra dell’Islam contro le donne” di Giuliana Sgrena.

Martedì 1 aprile 2008 a Venezia ed a Mestre è stato presentato, all’interno della campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno, il nuovo libro di Giuliana Sgrena “Il prezzo del velo”. L’incontro è stato organizzato dal consigliere comunale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Sebastiano Bonzio ed è stato coordinato da Giulia Albanese a Venezia e da Elena Carradori a Mestre.
Di fronte al vasto pubblico dei due incontri Giuliana Sgrena non si è limitata a raccontare il suo libro, spiegando che il velo è una pratica che non ha una origine chiara tant’è che nel Corano non ci sono versi chiari che prescrivano di coprirsi i capelli o il capo ed offrendo una panoramica dei diversi paesi di cui ha scritto; ma ha chiarito i motivi che l’hanno spinta a scrivere un libro che lei stessa ha definito di denuncia. In tutto il libro è chiara questa denuncia: il velo non è simbolo di libertà religiosa bensì di una discriminazione sessuale. E nel suo libro Giuliana non si limita a narrare la condizione delle donne nei paesi islamici, ma di raccontare come queste donne devono subire le stesse discriminazione anche nei nostri paesi occidentali.
In Italia la questione del velo è negata dalla destra che fa leva sulle radici cattoliche-cristiane del nostro paese per cui ogni simbolo mussulmano è nemico e dalla sinistra è trattata con estremo imbarazzo per un diffuso pensiero “politicamente corretto” per cui non si posso prendere posizioni che potrebbero essere considerate razziste. Infatti l’equazione solitamente fatta è che il velo è espressione di libertà religiosa e quindi prerogativa di uno stato laico dove tutti possono convivere nel pieno dei loro diritti. Ed è proprio qui che la Sgrena ci chiede di riflettere. Come si fa a ritenere il velo una espressione di libertà? Un modo per far valere i propri diritti? Uno Stato laico non può imporre e/o vietare ad un suo cittadino di indossare qualcosa di particolare quale è il velo, ma certamente non può accettare che ci siamo dei cittadini (uomini) che impongano su altri cittadini (donne) l’uso di questo indumento. Il velo solitamente è accompagnato ad atteggiamenti di forte oppressione nei riguardi della donna: impossibilità di studiare, lavorare, di libertà di movimento e nei casi più estremi di forti violenze fisiche e psicologiche. Questa è oppressione. È totale mancanza di diritti umani. Anche la sinistra, in nome della tolleranza religiosa, ha preso posizioni fin troppo timide e confuse. Su questo invece dobbiamo tutti insieme lavorare come sinistra, se crediamo che il fondamento del nostro essere si basi sulla denuncia di tutte le forme di sopruso e discriminazione.

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