mercoledì 12 dicembre 2007

Dalai Lama e premi Nobel per la Pace

A Roma, dal 13 al 15 dicembre, ci sarà l'ottava edizione del Summit dei Premi Nobel della Pace, promosso dalla Fondazione Gorbachev e dal Comune di Roma ed organizzato dal Segretariato Permanente dei Summit dei Premi Nobel per la Pace.
Tra i premi Nobel presenti ci sarà anche il Dalai Lama, in esilio dal suo Tibet dal 1959, anno dell'invasione da parte della Cina del paese a maggioranza buddista. Non ci sarà invece Al Gore, premio Nobel per la Pace di quest'anno.
La questione "incontro con Dalai Lama si" o "incontro con Dalai Lama no", ha turbato i sonni dei nostri politici, la cui buona parte è di solito ben abituata a non prendere posizioni mai troppo nette (ad esempio, per definire la politica di Veltroni, l'uomo politico più in auge del momento, è stato coniato un neologismo apposta, il ma anchismo, che rispecchia in pieno la sua capacità di tenere il culo su due sedie). Infatti è da qualche giorno che il Dalai Lama è in Italia in visita, ma pochi politici di spessore l'hanno voluto incontrare. Quei pochi che l'hanno incontrato hanno ben specificato che l'incontro era con Dalai Lama Premio Nobel e non capo politico. Prodi ha glissato totalmente sulla possibilità di un faccia a faccia con lui, per precedenti impegni politici, ha fatto sapere. E tutto questo perché? Perché l'ambasciatore cinese in Italia, il sig. Dong Jinyi, ha detto che nessuno doveva incontrarlo. E così è stato fatto. La Cina, dittatura feroce che non rispetta i più minimi diritti umani, ancora una volta ha fatto pesare la sua forza politica, basata esclusivamente sui soldi, sul capitale, su un'economia schiacciante perché si basa essenzialmente sullo sfruttamento di milioni di persone. Ed oggi come oggi sono i soldi la cosa più importante. Quindi una personalità illustre e rispettata come il Dalai Lama, che rimarrà alla storia, viene trattato come il più indesiderato degli ospiti, con mezzi sorrisi ed imbarazzo da politici che di certo non rimarranno negli annali come grandi statisti.
Chissà se, e quando capiterà, verrà in visita Al Gore, Premio per la Pace 2007, la nostra classe politica lo tratterà con la stessa sufficienza. No di certo, ma perché dovrebbe? Forse perché il suo premio Nobel è un premio che si può definire illegittimo? Non sarebbe sufficiente? Illegittimo perché consegnato ad una persona che fece bombardare le fabbriche chimiche di Pancevo, Serbia, durante la famigerata guerra del '99. Una strage ecologica. E ricordiamo che Al Gore ha vinto il Nobel proprio grazie al suo impegno ambientale. Ed il suo film An Inconvenient Truth? Un documentario che si basa su menzogne. Non è vero che nel prossimo futuro i mari si alzeranno di 7 metri, non è vero che gli orsi polari stanno affogando, non è vero che i gas nocivi sono la causa dello scioglimento delle nevi del Kilimangiaro. Per questi, ed altri motivi, il suo documentario è stato giudicato inadatto da una sentenza dell'Alta Corte di Londra e bandito dalle scuole inglesi.
Se e quando verrà Al Gore la nostra classe dirigente avrà la possibilità di riscattarsi e dimostrare il suo valore, se sarà capace di riservare a lui una accoglienza più grama di quella riservata al Dalai Lama.

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